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Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana

Spoglio delle opere citate nella quinta edizione del «Vocabolario». III. C-D [voce Dante Alighieri] (1910 circa), di mano di copista. ACF, 266, bifoglio 1v e bifoglio 2r

Le immagini si riferiscono all’elenco di alcuni lemmi tratti dalle opere di Dante Alighieri citati nella quinta edizione del Vocabolario; in particolare si mostrano due carte con lemmi tratti dal Paradiso. Queste due carte fanno parte di due bifogli distinti che riportano, insieme a molti altri per un totale di 48 bifogli di grandi misure (25x36 cm.), tutti i lemmi danteschi, circa 6.600, citati nei 10 volumi del Vocabolario, fino ad allora pubblicati (1863-1910). Le opere di Dante in volgare risultano tutte “spogliate”, come si evince dalla lettura del ms. completo. Gli esempi sono tratti dal Convivio, dalla Divina Commedia, con la specifica delle tre cantiche (Inf., Purg., Par.), dalle Rime e dalla Vita nuova. Il faldone che contiene il ms. con gli spogli danteschi è il terzo di un gruppo di nove faldoni di carte manoscritte che costituiscono nel loro insieme l’elenco completo delle opere citate nell’ultima edizione del Vocabolario per i lemmi dalla lettera A alla lettera M. Le schede sono ordinate alfabeticamente per autore così come compare, abbreviato, nella Tavola dei Citati. La quinta edizione del Vocabolario fu pubblicata in undici volumi, fino alla voce Ozono, dal 1863 al 1923 a Firenze nella Tipografia Galileiana di M. Cellini e C. (poi Successori Le Monnier), con dedica del primo volume al re d’Italia Vittorio Emanuele II. L’opera, definita dagli stessi Accademici nella dedica un «nuovo Vocabolario Italiano, che è il gran Libro della Nazione», era stata pensata come uno strumento che dovesse rappresentare il presente della lingua e della cultura italiana, accogliendo autori di ogni tempo e di ogni provenienza. Si voleva così attenuare il toscocentrismo tradizionale delle edizioni precedenti, attingendo agli scrittori di tutti i secoli per rappresentare l’uso linguistico coevo. A tal proposito fu notevolmente ampliata la tavola degli autori citati, comprendendo fin dal primo volume scrittori dell’Ottocento anche non toscani, come Leopardi e Botta. I lavori per questa edizione erano iniziati nel 1812, quando l’Accademia, dopo che per alcuni anni era stata accorpata all’Accademia Fiorentina, fu ricostituita da Napoleone come istituzione autonoma. Nel 1923 l’edizione fu interrotta da un decreto del ministro Giovanni Gentile, che la lasciò incompiuta alla voce Ozono; presso l’Archivio dell’Accademia sono tuttora conservate le schede manoscritte preparatorie per le voci dalla lettera P alla Z. Questa edizione, dalla lettera A alla lettera O, raccoglie 50.285 voci.



Ultimo aggiornamento: 02/09/2022